La storia che ora propongo è stata scritta da Paola Milani ed illustrata da Luisa Gialma per genitori, educatrici e bambini che stanno affrontando il momento dell'ambientamento al nido o alla scuola dell'infanzia; può essere letta o raccontata dai genitori ai figli nel contesto casa, oppure può essere narrata dalle educatrici nel contesto nido o ancora può essere presa come spunto di riflessione nei gruppi di parola (incontri tra genitori ed educatrici).
ANCH'IO VADO A SCUOLA!
I primi giorni con mamma e papà
E' settembre. Io vado a scuola per la prima volta!
Settembre è quando torni dal mare o dalla montagna e non puoi più stare tutta la giornata con il papà e la mamma perché vanno al lavoro.
Così adesso vado a scuola anch'io, come mia sorella grande che va alle elementari.
La scuola è un posto dove ci sono grandi e bambini, tanti giochi, i muri colorati, stelline e fiori appesi che penzolano giù.
La scuola si apre quando chiude la vacanza e si chiude quando apre la vacanza.
(...)
Il primo giorno sono andata con la mamma.
Il giorno dopo sono tornato con il papà
ed è stato come al parco giochi.
Il giorno dopo dopo sono tornato con la mamma, ma lei è andata via perché mi ha detto che la scuola è un posto dove le mamme e i papà restano solo i primi giorni.
(...)
Quando la mamma è andata via mi sono sentito un pò sperduto, le maestre si sono accorte e sono venute a giocare.(...)
Ma io mi sentivo sperduto lo stesso e non sapevo come ritrovarmi. Mi sono fatto coraggio ne sono andato dalla maestra con i capelli ricci perché mi sembrava più morbida.
Lei mi ha chiesto se mi sentivo triste e io ho detto si.
Allora lei e la maestra con i capelli dritti hanno preso il lenzuolo giallo, mi hanno fatto salire sopra e mi hanno dondolato.
Dopo un pò anche Marco e Susanna sono venuti dentro al lenzuolo.
(...) Mentre li mangiavo (spaghetti di bastoncini) ho pensato a quelli che mangio a casa e mi sono usciti ancora i lacrimoni.
La maestra riccia li ha visti e ha detto che quelli erano lacrimoni che volevano la mamma e che potevamo andare a chiamarla. (...)
Sono andato a scuola con la mamma e lei mi ha dato un bacio subito: mi ha detto che andava al lavoro e che tornava dopo pranzo.
Io volevo cacciarmi immediatamente in braccio a lei perché mi faceva un pò paura che andasse via.
Lei si è chinata verso di me per dirmi che il suo lavoro l'aspettava e che la scuola per me era come il lavoro per lei, che lei al lavoro impara tante cose e che anch'io a scuola imparerò tante cose e così, dopo i nostri lavori, avremo più cose da mettere insieme.
(...)
Poi siamo andati a vedere le cuoche e siamo andati a mangiare oer davvero.
C'erano tanti tavoli,tanti bambini, tante maestre, tanto rumore e lì mi veniva ancora un pò da piangere.
Dopo è arrivata la mamma, così ho visto che era vero che lei veniva dopo pranzo.
A scuola avevo avuto meno mamma, ma adesso avevamo tante più cose da raccontarci
e così avevo più mamma.
Quando è arrivato il papà abbiamo raccontato anche a lui del mio lavoro e a lui è sembrato di avere due bambini grandi e a me è sembrato di avere più papà.
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